- Interventi di riqualificazione globale su edifici esistenti
- Interventi sugli involucri degli edifici (strutture opache e infissi)
- Installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda
- Sostituzione di impianti di climatizzazione invernale
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…continua
Il MONORARIO prevede un’unica tariffa per kilowattora:
La BIORARIA divide la giornata in fasce, finora è stata opzionale. Ma dal 1° luglio 2010 la “bioraria” sarà obbligatoria per tutti. È utile riuscire a leggere anche le bollete, bisogna tenere conto di com’è fatta una bolletta. In un conto dell’elettricità da 100 euro, normalmente, ci sono 36 euro di costi fissi e 64 di costi mobili.
L’associazione dei consumatori Altroconsumo afferma che, sul mercato libero si possono ottenere sconti fino al 10-13% sul costo totale. Passare dalla propria tariffa monoraria a quella bioraria consente invece un risparmio minimo, a meno che non si spostino nelle ore “scontate” l’80% dei consumi.
Da ben due anni in Italia è possibile scegliere da chi acquistare l'energia elettrica, ma nonostante le molte offerte in pochi lo sanno. Eppure ha già permesso di risparmiare 20 miliardi. La liberalizzazione del mercato elettrico italiano, avviata da Pierluigi Bersani nel 1999, è arrivata al suo completamento nel 2007, con l’apertura del “mercato libero” anche per i clienti domestici. L’obiettivo era quello di incentivare la concorrenza in un mercato che ne ha poca, con la speranza che le imprese si mettano a competere sui prezzi, a tutto vantaggio dei consumatori.
Fino al luglio del
Fino a oggi il mercato libero (che per le grandi imprese è obbligatorio) ha avuto poco successo. Gli ultimi dati dell’Autorità per l’Energia dicono che sono passati alle offerte elettriche liberalizzate 3 milioni e 200mila dei 36 milioni di clienti italiani. L’8,9% del totale, tasso in linea con gli altri paesi europei. Tra quelli che hanno abbandonato il vecchio regime, due milioni sono famiglie (il 7,1%) e un milione e 200mila sono piccole imprese (il 15,6%). Nella prima metà di quest’anno hanno scelto il mercato libero 688mila clienti. Ciò che più preme sottolineare e che cambiare non costa praticamente niente. Il passaggio da un operatore all’altro è gratuito, l’unica spesa è l’imposta di bollo (14,62 euro) da pagare sul nuovo contratto. Il passaggio è oneroso solo se è il secondo in un anno: in questo caso il distributore addebiterà un contributo fisso di 27 euro al venditore prescelto, che potrà a sua volta addebitarlo al cliente. Il contributo non è mai dovuto se il cliente intende tornare dal mercato libero al servizio di maggior tutela.
E per l’affidabilità non dovrebbero esserci rischi. L’unico problema può essere il fatto che tutto l’impianto resta di proprietà della società di distribuzione, quindi per ogni possibile guasto il nuovo fornitore non può intervenire, ma si deve limitare a rivolgersi alla vecchia società. La quale, solitamente, dà la precedenza ai suoi clienti.
continua......(offerte, costi, problemi, )