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giovedì 15 maggio 2008

Certificazione Energetica: Certificazione e diagnosi dell'edificio

Risulta a questo punto quasi banale sottolineare la profonda differenza tra gli obiettivi della certificazione e della diagnosi dell’edificio, sottolineando che quelli perseguiti dallo sviluppo dello strumento DOCET rientrano tra i primi in accordo con le indicazioni del legislatore nazionale. Le stesse considerazioni valgono per il laborioso ed accurato processo della progettazione e certificazione energetica di nuovi edifici delegato a strumenti software di supporto alla progettazione.ù DOCET è un software semplificato, sviluppato con l’obiettivo di contribuire alla certificazione energetica degli edifici residenziali o singoli appartamenti esistenti, attraverso un’azione congiunta tra l’ITC-CNR e l’ENEA. È stato scelto di partire dal settore residenziale in quanto considerato prioritario secondo le direttive del D.Lgs. 192/05. Lo strumento è nato prettamente per edifici esistenti, risolvendo il problema della scelta tra accuratezza dello strumento e ripetibilità dei risultati ottenuti in favore della seconda. L’accuratezza di calcolo è stata tuttavia in buona parte mantenuta, rendendo semplice unicamente l’interfaccia dello strumento in modo da ridurre al minimo la possibilità di errori. Altri obiettivi, in base ai quali sono state definite le specifiche che hanno guidato la stesura del codice, sono di tipo non tecnico, ma non per questo meno importanti: aumentare la consapevolezza dell’utente finale sulla qualità energetica del proprio edificio stimolando il retrofit energetico e sensibilizzarlo promuovendo la cultura della certificazione energetica degli edifici.

lunedì 12 maggio 2008

Certificazione Energetica: Il metodo di calcolo semplificato

L’ITC-CNR e l’ENEA hanno sviluppato uno strumento software che implementa la procedura definita nelle norme tecniche di supporto all’EPBD. Il motore di calcolo definito è utilizzabile attraverso un’interfaccia utente semplificata che minimizza le richieste di dati quantitativi e consente di produrre un certificato energetico anche da parte di utenti non specializzati. La scelta della procedura è legata a fattori di tipo tecnico, economico, gestionale, ecc. Riporto i vantaggi e gli svantaggi dei due metodi. Due procedure per arrivare alla valutazione della prestazione energetica degli edifici: Calcolo Misura Vantaggi Procedure condivise Energia realmente consumata Determinazione dei consumi dei elementi Prestazioni reali dei sistemi di controllo Ipotesi migliorative per i singoli elementi Svantaggi Non omogeneità tra calcolo e consumo reale Tempi di diagnosi lunghi Enorme mole di input (calcolo complesso) Dati aggregati Pre-processare i dati input (calcolo semplificato) Deviazioni dei consumi nei diversi anni Campagna sperimentale con costi elevati Difficile confrontabilità tra edifici Definiti i criteri procedurali e gli indicatori di riferimento per la prestazione e la certificazione energetica dell’edificio, è fondamentale fissare alcuni punti cardine per inquadrare l’applicazione di metodi semplificati: - il calcolo della prestazione energetica è tanto più accurato, quanto più lo sono i dati di input richiesti; - il reale consumo degli edifici dipende da una serie di parametri tutt’altro che standardizzati. Tra i più importanti citiamo: dati climatici, tenuta all’aria dell’edificio, caratteristiche di involucro vincolate alla posa in opera, profilo di utilizzo dell’edificio; - se, nel caso di nuovi edifici, ci si può aspettare un riscontro tra i risultati di calcolo (basati su input conosciuti ed accurati) e reali consumi, questo obiettivo diventa praticamente irrealizzabile nel caso di costruzioni esistenti, per le quali l’elaborazione dei dati di input è pressoché impossibile; - per gli edifici esistenti, solo attraverso un’accurata campagna sperimentale del sistema edificio-impianto, con gli impegni tecnici ed economici che ne conseguono, ci si può aspettare un riscontro tra i risultati di calcolo e reali consumi. L’obiettivo fissato di dotarsi di codici di calcolo semplificati per edifici esistenti non può che tener conto di quanto segue: - il metodo di calcolo semplificato deve avvicinarsi quanto più possibile ai risultati ottenibili con un metodo dettagliato; ed è questo l’unico riferimento che determina l’accuratezza e l’affidabilità dello strumento semplificato; - il confronto tra il metodo semplificato ed i reali consumi di un edificio non può essere considerato significativo in queste condizioni, nella stessa misura in cui non è significativo il confronto tra un metodo dettagliato ed i consumi reali.

Certificazione Energetica: DOCET e il contesto normativo

L’attività normativa, che sta animando tutti gli Stati membri, prende spunto dalle indicazioni contenute nella direttiva 2002/91/CE, la cui redazione è stata determinata da una serie di ragioni contingenti: -consumi elevati nel settore civile; -consumi elettrici in aumento; -gap tra la ricerca svolta nei programmi comunitari e l’effettiva penetrazione delle tecnologie energetiche nel mercato; -necessità di sicurezza dell’approvvigionamento energetico; -necessità di attuazione del protocollo di Kyoto, con l’Italia in notevole ritardo rispetto agli obiettivi iniziali di riduzione di emissione di gas serra. La direttiva 2002/91/CE aveva il compito di rivitalizzare a livello europeo il tema dell’efficienza energetica ed il primo impatto è stato quello di dare un grande impulso all’attività di normazione europea, al fine di armonizzare il quadro tecnico di riferimento. È necessario menzionare, accanto alla EPBD, la Direttiva 2006/32 sull’efficienza energetica negli usi finali e i servizi energetici, che intende promuovere lo sviluppo di specifiche competenze nel settore della diagnosi energetica anche al fine di consentire una concreta ed efficace riqualificazione del parco edilizio esistente. Nel contesto italiano, l’implementazione della EPBD si è concretizzata con la pubblicazione del D.Lgs. 192/05 e del successivo D.Lgs. 311/06. Le linee guida nazionali sulla certificazione energetica degli edifici, di prossima emanazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico (MSE), e i decreti attuativi di cui all’articolo 4 del D.Lgs. 192/05, sono particolarmente importanti per rendere pienamente operativi gli strumenti legislativi di cui sopra. L’attività normativa a livello europeo e dei singoli Stati membri ha posto come primo obiettivo le procedure per arrivare alla valutazione della prestazione energetica dell’edificio e, da questa, alla certificazione. Le strade tracciate erano fondamentalmente due: -calcolo (asset rating), ovvero valutazione della prestazione energetica attraverso una procedura di calcolo da eseguire in condizioni standard; -misura (operational rating), ovvero valutazione della prestazione energetica attraverso il rilievo dei consumi reali dell’edificio.

domenica 11 maggio 2008

DOCET e il contesto operativo: prestazione, diagnosi, certificazione

La direttiva europea 2002/91/CE relativa alle prestazioni energetiche degli edifici - EPBD (Energy Performance Building Directive) - ha dato impulso all’attività normativa e legislativa a livello continentale e di singoli Stati membri. In Italia, in particolare, si è colta l’occasione per aggiornare i riferimenti legislativi in materia di efficienza energetica in edilizia, pubblicati ormai più di un decennio fa. Il D.Lgs. 192/05 di attuazione della direttiva 2002/91/CE relativa alle prestazioni energetiche degli edifici (EPBD) prevede, all’articolo 6 comma 9, la definizione di metodi semplificati per la certificazione energetica, che minimizzino gli oneri per gli utenti. In questo contesto, l’ITC-CNR e l’ENEA hanno sviluppato uno strumento software che implementa la procedura definita nelle norme tecniche di supporto all’EPBD. Il motore di calcolo definito è utilizzabile attraverso un’interfaccia utente semplificata che minimizza le richieste di dati quantitativi e consente di produrre un certificato energetico anche da parte di utenti non specializzati.