Prendiamo come riferimento un impianto da 1 kW di potenza nominale, con orientamento e inclinazione ottimali e assenza di ombreggiamento, non dotato di dispositivo di “inseguimento” del sole. Per un impianto con queste caratteristiche, situato in Italia, il Gse stima le seguenti producibilità annue massime:
- regioni settentrionali 1.000 – 1.100 kWh/anno;
- regioni centrali 1.200 – 1.300 kWh/anno;
- regioni meridionali 1.400 – 1.500 kWh/anno.
Secondo il Gse l’investimento rientra, di norma, in 11-13 anni per gli impianti domestici del Nord Italia, in 9-11 anni per quelli collocati nell’Italia centrale, in 7-9 anni per quelli del Sud Italia. Gli incentivi sono finanziati con la componente A3 delle fatture energetiche pagate dai cittadini italiani. Attualmente la componente A3 arriva al 7,5%, ma è destinata ad aumentare per rispettare gli obiettivi presi a livello europeo.
L’Italia nel 2008 è diventato il quinto paese al mondo come capacità fotovoltaica installata dopo Germania, Spagna, Giappone e Stati Uniti.
Oggi gli incentivi italiani sono considerati i migliori al mondo. In Germania, al secondo posto in Europa, il massimo incentivo arriva a 32 centesimi per Kwh. Dal 2012 fino al 2015 le tariffe potrebbero subire una ulteriore riduzione annua pari al 5%, continuando comunque a garantire adeguati profitti agli investitori e alla filiera industriale.
Senza il contributo pubblico, comunque, l’energia solare sarebbe molto più cara di quella ottenuta dalle fonti tradizionali. La bolletta energetica italiana in media si aggira sui 20 centesimi di euro per Kwh. Ancora secondo lo studio Il valore dell’energia fotovoltaica in Italia, per gli impianti domestici il costo della produzione di elettricità varia dai 51,3 centesimi per Kwh nel Nord del Paese, dove le ore di insolazione annue sono 1.100, ai 37,6 euro del Mezzogiorno (1.500 ore di sole).