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giovedì 3 dicembre 2009

Fotovoltaico reali opportunità di business (...continua)

Passiamo adesso a presentare un esempio di un impianti fotovoltaico domestico da 2,8 Kw di picco. I moduli, che sono il cuore dell’impianto, su un tetto a falde occupano 20 metri quadrati se sono in silicio monocristallino, 25,5 metri quadri se sono in silicio policristallino e 56 metri quadri se sono in film sottile (silicio amorfo). Dimensioni che salgono rispettivamente a 46, 58 e 129 metri quadri se il tetto è piano.
In pratica i moduli sono formati da un certo numero di celle collegate elettricamente in serie. Colpite dalla luce del sole producono energia elettrica. I pannelli in silicio monocristallino costano di più dei moduli in policristallino, ma hanno anche una resa migliore (il 12% contro il 16% del monocristallino). Il silicio amorfo è ancora meno efficiente (la resa è di circa il 10%) ma costa ancora meno. A prescindere dai materiali dei moduli, si può scegliere un impianto a inseguimento, che segue l’orientamento della luce solare generando una resa anche del 30%. Ma i costi (e gli spazi necessari) lievitano ulteriormente.

Un importante aspetto da tenere in considerazione è l’integrazione architettonica. I pannelli possono essere integrati architettonicamente, parzialmente integrati o non integrati. Esempio: un pannello è integrato se fa parte di un edificio, magari inserito nel tetto; un pannello parzialmente integrato (sono i più frequenti) è invece appoggiato sul tetto ma non inserito nell’edificio. I pannelli non integrati sono invece per terra o collocati su tetti piani senza essere inclinati. Più l’impianto è integrato più ricco è l’incentivo pubblico.


Altri problemi, di non minore importanza, da considerare sono:
  • La potenza nominale di un impianto viene raggiunta sotto particolare condizioni dipendenti dal'effettivo irraggiamento solare (quest'ultimo è tanto maggiore quanto più ci si avvicina a latitudini basse) e contano anche i problemi delle possibili ombre che possono coprire l’impianto. Una misura dell’irraggiamento nella propria zona si può ottenere consultando l’atlante italiano della radiazione solare dell’Enea;
  • Il mismatching  (con una perdita media del 4,25%), che si ha quando i vari sottocampi di un campo fotovoltaico non sono omogenei dal punto di vista del funzionamento elettrico; 
  • L’effetto temperatura (4,25% standard), quando ci sono più di 25 gradi centigradi;
  • I quadri in continua (1,75%), ossia perdite di cablaggio locale e globale;
  • Le perdite riconducibili all’inverter (5,75%); e quelle per “polluzione” (0,75%), che dipendono dalle condizioni meteo






Detto ciò vediamo brevemente cosa fare una volta realizzato l'impianto.
Ci si rivolge al Gse per avere gli incentivi. Bisogna mandare la domanda di incentivazione e da essa arriva la remunerazione dell’energia prodotta. Gli incentivi possono valere 35 centesimi a chilowattora nei casi peggiori e 48 centesimi nei casi migliori. All’incentivo si aggiunge il meccanismo dello scambio sul posto (che permette di non pagare le bollette) o, in alternativa, la vendita dell’energia al mercato. Gli incentivi durano 20 anni, e vengono aggiornati ogni anno: nel 2009 sono stati ridotti del 2%, l’anno prossimo avranno un altro taglio del 2%. Finiti i 20 anni, l’impianto fotovoltaico continuerà ad avere diritto della remunerazione economica derivante dall’esercizio commerciale in regime di “scambio sul posto” o la vendita al mercato. Con lo scambio sul posto si lascia nella rete tutta l’energia prodotta e non direttamente consumata per poi poterla utilizzare in futuro, scontandola dalla bollette. Nel regime di vendita alla rete, invece, l’energia in eccesso viene acquistata dal Gse. Se sugli edifici si fanno altri lavori, che permettono un risparmio energetico almeno del 10%, le agevolazioni possono aumentare fino al 30%. Sugli incentivi del Conto Energia non si paga l’Iva. Nemmeno il sistema di scambio sul posto, gli impianti sotto i 20 kW non sono considerati fiscalmente rilevanti. In sistemi maggiori invece l’immissione di energia nella rete è considerata un’attività commerciale e quindi rilevante ai fini Iva e altre imposte (Ires e Irap).

....continua

martedì 1 dicembre 2009

Guida alla DETRAZIONE FISCALE del 55%

Cari lettori è con mio sommo piacere farvi sapere che nei prossimi giorni usciranno sul mio blog http://energia-rinnovabile-blog.blogspot.com una breve ma dettagliata guida alla detrazione fiscale del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici.
Qui di seguito troverete un piccolo sommario degli aspetti trattati:

  • Tipologia di edifici interessati per la riqualificazione energetica
  • Soggetti beneficiari dell'intervento
  • Tipologia interventi in detrazione
  • Limiti massimi delle detrazioni
  • Asseverazione del tecnico abilitato
  • Funzionamento della detrazione
  • Documentazione prodotta e cumulabilità con altre agevolazioni fiscali
  • Quadro normativo

In questi giorni verrà aperto anche un sondaggio per verificare il vostro grado di apprezzamento relativo alla guida su citata, ed in generale agli argomenti trattati nel blog.

Vi aspetto....

lunedì 30 novembre 2009

Fotovoltaico reali opportunità di business

Ebbene si non è un segreto in Italia gli incentivi per avviare un impianto fotovoltaico sono i più ricchi d’Europa. Chi oggi investe nel fotovoltaico può fare buoni affari. Il "Conto Energia", cosi si chiama la legge che regola gli incentivi riconosciuti a chi avvia un impianto fotovoltaico, è il più remunerativo in questo momento in Europa: ogni chilowattora prodotto viene pagato tra i 35 e i 48 centesimi di euro, a seconda del tipo di impianto.



Il tasso interno di rendimento (Tir) medio a 25 anni di un impianto fotovoltaico ad uso domestico è del 9 %. Mentre, per aziende medio-grandi, un impianto da 1.000 MW di potenza e 5 milioni di euro di costo ha un Tir  l’8,8 e il 7,5% a seconda della quota di autoconsumo.


Il Conto Energia, la norma introdotta nel 2007 per regolare gli incentivi, continuerà a funzionare finché non si raggiungerà la soglia di 1.200 Megawatt complessivi installati. Oggi siamo già a quota 500 megawatt, probabilmente entro la fine del 2010 si arriverà al tetto. Dopo quel momento ci saranno ancora 14 mesi per avviare un impianto incentivabile, altrimenti bisognerà attendere la nuova normativa.


Diamo ora un'occhiata ai costi da sostenere per poter affrontare un investimento del genere:
Ogni chilowatt di picco di potenza installato costa in media 6mila euro. Per i consumi di una famiglia servono impianti da circa 2,8/3 chilowatt picco.
Quindi il budget di partenza è allora di circa 16.800 euro, escludendo l’Iva, che in questi casi è al 10%. La manutenzione ordinaria dell’impianto costa in media altri 150 euro all’anno, e dopo una decina d’anni occorre fare una manutenzione straordinaria che in genere richiede un costo che si aggira attorno al 10% del valore dell’impianto. La vita media del sistema è compresa tra i 25 e i 30 anni. Facendo due conti, il costo di un impianto fotovoltaico che duri 30 anni è di circa 25mila euro.



In genere chi vuole realizzare un impianto di piccole dimensioni (fino a 20kW) basta che presenti nel comune di appartenenza la “dichiarazione di inizio attività”, ed il progetto firmato da un tecnico abilitato. Se, dopo 30 giorni, l’ufficio tecnico del Comune non ha presentato obiezioni si possono avviare i lavori. Dovrebbero arrivare presto le linee guida per semplificare il processo attraverso “l’autorizzazione unica”, già prevista dal Dlgs 387 del dicembre 2003: le nuove norme dovrebbero garantire un processo autorizzativo che duri al massimo 180 giorni.  


continua....