- Efficienza energetica;
- Mobilità sostenibile;
- Nuove tecnologie per il Made in Italy.
L'apetto più importante di questo programma è il sostegno per la ricerca e innovazione. Il credito di imposta, essendo un meccanismo automatico che tocca ogni impresa sul territorio, consente all’intero sistema produttivo di ritrovare la condizione necessaria per competere in Europa e nel mondo: ogni impresa può portare in detrazione il 10% di quello che ha speso in attività di ricerca industriale e sperimentale nel 2007 e nel 2008.
La detrazione, grazie al potenziamento previsto dalla Finanziaria 2008, sale al 40% (contro il precedente 15%) se le spese sono sostenute in collaborazione con le Università. Anche il tetto massimo di spesa sale a 50 mln di euro (contro i 15 mln dello scorso anno). Bruxelles ha autorizzato la misura relativamente alle spese sostenute nel 2007 e nel 2008 l’11 dicembre scorso. E a seguito di tale via libera, il governo ha emanato un decreto interministeriale (Mse+Economia) per rendere operativa tale misura.
Sono state individuate cinque aree strategiche di innovazione tecnologica:
- Efficienza energetica;
- Mobilità sostenibile;
- Nuove tecnologie per il Made in Italy;
- Nuove tecnologie della vita;
- Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turistiche;
Ad ogni area corrisponde un Progetto di innovazione industriale (PII), ognuno dei quali dispone diverse tipologie di incentivi che possono essere utilizzati a seconda delle necessità dei Progetti: un regime di aiuti a ricerca, sviluppo e innovazione cosiddetto ‘omnibus’ autorizzato dalla Commissione europea il 12 dicembre 2007.
I primi tre progetti sono entrati già nel vivo: l’8 febbraio scorso sono stati approvati sia il decreto di riparto delle risorse, sia i decreti di adozione dei primi due PII (Efficienza Energetica e Mobilità sostenibile); mentre il 14 febbraio la Conferenza Stato-Regioni ha dato il via libera al terzo PII (Nuove tecnologie per il Made in Italy).
E i bandi di gara, che assegneranno le risorse ai progetti migliori delle tre aree saranno emanati il 3, il 17 e il 31 marzo prossimi.I progetti migliori otterranno il sostegno finanziario necessario al mondo produttivo per agganciare l’innovazione e competere al meglio sui mercati europei ed internazionali nel solco dei nuovi parametri imposti dalla sfida globale del clima.Si aggiudicherà il sostegno pubblico il progetto che, interpretando la sfida innovativa delineata dai project manager in sinergia con le amministrazioni locali e nazionali coinvolte, conduce, entro 3 anni, alla realizzazione di un prototipo di un prodotto o servizio innovativo, attraverso attività di ricerca industriale e sviluppo sperimentale nelle aree tecnologiche individuate come prioritarie dai Responsabili di progetto e adottate dai ministri.
Il progetto deve, inoltre, mostrare una evidente ricaduta industriale con un chiaro ritorno economico per le imprese nei successivi 2 anni.Altro importante elemento del programma è costituito dal piano per la bonifica delle aree industriali dismesse per recuperarne la vocazione industriale nel rispetto dell’ambiente.
Il piano si avvale di due strumenti:
- le norme del nuovo Codice ambientale che disegnano un quadro di certezze giuridiche entro il quale gli operatori economici possono ora muoversi e fare le proprie scelte di investimento; il Codice dell’Ambiente, fatto salvo il principio “chi inquina paga”, stabilisce che il proprietario di un’area compromessa paga solo gli oneri di bonifica a lui imputabili, ma non è tenuto a risarcire l’eventuale ulteriore multa per danno ambientale compiuto da chi lo ha preceduto. Ci pensa lo Stato a intercettare i vecchi proprietari responsabili dell’inquinamento pregresso e a rivalersi con loro, incassando in questo modo le risorse che ha speso per bonificare;
- le risorse FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate) che la delibera Cipe del 21 dicembre 2007 ha attribuito a interventi di bonifica. Si tratta di complessivi 3 mld di euro di cui l’85% al Sud (oltre 2,5 mld) e il 15% al Nord (circa 450 mln). Un successivo decreto individuerà, inoltre, le aree in cui esiste una reale opportunità di reindustrializzazione. Appositi accordi di programma fisseranno i termini del ”patto” tra l’impresa (che si impegna ad investire e ad essere più virtuosa di quanto necessario per legge dal punto di vista ambientale) e il pubblico (che garantisce tempi certi per valutare il progetto di bonifica e tutto ciò che vi è connesso e che dà nuove certezze giuridiche al mondo imprenditoriale sulla base del nuovo Codice ambientale).
Fonte: www.sviluppoeconomico.gov.it